martedì 23 ottobre 2007

RIFLETTO ergo SONO UNO SPECCHIO


Ero in ufficio..l'ufficio del mio secondo lavoro e leggevo il mio libro di letteratura francese..a stento tenevo gli occhi aperti, tutto queste cose da fare mi stanno affaticando parecchio...l'ascella implorava pietà...quando ad un tratto....sono incappata in questa frase:

"la solitude est une mutilation et une manque, le regard des autres étant le seul moyen pur exister"

Si parlava di Michel Tournier e del suo libro (che non ho ancora letto) "Vendredi ou les limbes du Pacifique". Della pagina seguente cito quest'altra frase:

"seul le sourire d'un ami aurait pu lui rendre le sourire..."

Dopo aver letto queste due cose, finalmente ho acceso il cervello (che nel frattempo era finito nelle braccia di Morfeo...o anche di Morpheus se siete amanti di Matrix)e ho iniziato a pensare che magari é vero. Forse ha ragione lui. Noi, nella nostra condizione di individui siamo la riflessione di emozioni e azioni che altri ci proiettano a specchio.

Nel libro, il protagonista, che si ritrova solo in un'isola deserta non sorride: solo il soriso di un amico potrà renderlo nuovamente felice.

Allora ho pensato a quando mi faccio ridere da sola. E in questo caso? E' un'eccezione alla regola o semplicemente non ho capito una fava di quello che voleva dire?

Ai posteri la sentenza.

Non riesco a capire se vorrei che fosse così cioé che noi siamo quello che gli altri ci proiettano addosso o se preferisco vedermi attiva in questo gioco delle parti. Magari bisogna essere entrambe le cose contemporaneamente punto e basta. Attivi e passivi.

L'importante é scuotere e lasciarsi scuotere.

Farei una corsa in un campo fangoso sotto la pioggia dirompente. Magari nel prossimo post scrivo un po' delle cose che vorrei fare così se qualcuno si volesse unire ( e parlo ad Andre, Piv, Gio e basta perché sto blog non lo legge nessuno ma chissenefrega).

Esco. Vado dalla Bibi. Con Fiocco. Vedo troppi fiocchi in giro ultimamente.

eli

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